Paradosso Labour: leader socialista e partito della classe medio-alta cosmopolita
Questo articolo è stato pubblicato su Atlantico Quotidiano – 23 Dicembre 2019
L’intervista a una giovane elettrice laburista che manifestava a Londra contro la vittoria del Partito conservatore alle elezioni politiche del 12 dicembre scorso dimostra perché il Labour ha perso così gravemente. La ragazza ha un accento aristocratico che proviene dalle zone più benestanti di Londra e indossa una maglietta con scritto “Fuck Boris”. Nell’intervista dice che gli augura una “morte terribile”, appena prima di aggiungere che vorrebbe diventare medico del Servizio Sanitario Nazionale, la sanità statale inglese (National Health Service). Come se non bastasse, subito dopo insulta la classe operaia inglese, dicendo che la “disgusta” il fatto che abbiano votato uno come Boris Johnson. Una contraddizione unica che rappresenta l’involuzione della sinistra inglese: dal rappresentare i più deboli, cioè la classe operaia, ora rappresenta i più forti, la classe dominante di Londra a cui pensa di schierarsi contro.
Londra, la capitale finanziaria e città più ricca del Paese, infatti, ha votato per il Partito laburista. Non solo, ma l’unico seggio che è stato strappato ai conservatori dai laburisti si trova nella capitale: è quello di Putney. È stato vinto dalla candidata Fleur Anderson, che era a favore di un secondo referendum sull’uscita dall’Unione europea. Fleur ha vinto contro Will Sweet, un conservatore che come la sua avversaria ha votato per il Remain, ma questo non è bastato per mantenere il seggio al Partito conservatore che sotto Boris Johnson era esplicitamente pro-Brexit.
Il distretto di Putney aveva votato in gran parte per rimanere nell’Ue, quindi entrambi i candidati non hanno usato la carta Brexit in campagna elettorale. Tuttavia, è importante capire come mai ci sia stata questa anomalia nel Labour. I Conservatori hanno vinto numerosissimi seggi che appartenevano al Labour, alcuni addirittura dagli anni ’30, come il collegio di Sedgefield nel nord. In totalehanno conquistato cinque dei collegi operai che facevano parte del cuore del Partito laburista. È stata una grande sconfitta per il partito del Labour, tranne nella piccola area di Putney, che quindi rappresenta il nuovo elettorato crescente del partito.
Putney è cosmopolita. Solo il 62 per cento delle persone che vivono in questa piccola zona londinese sono nate in Inghilterra, il resto è proveniente dai Paesi membri dell’Ue ed altri al di fuori, secondo le statistiche locali. Questo seggio, inoltre, è anche di classe medio-alta. Infatti, è stato inserito nella lista delle 50 zone più benestanti dal giornale britannico The Telegraph. I “remainers” nel Partito laburista appartengono, infatti, in genere a questa stessa categoria che rappresenta Putney: londinese, di classe medio-alta, cosmopolita. Mentre il Partito conservatore si è guadagnato i voti dei ceti più deboli, operai inglesi.
Jeremy Corbyn, il leader del Partito laburista, è un socialista storicamente euroscettico che si è sempre espresso contro i poteri forti, ma ha deciso di sottomettersi alla pressione interna del suo partito di questa classe borghese sposando l’opzione di un secondo referendum, mancando così di rispetto ai suoi elettori operai storici. Mentre il Partito conservatore, sotto la leadership di Boris Johnson, ha eliminato i “remainers” all’interno del suo partito, facendolo diventare de facto il partito pro-Brexit. Erano infatti le classi operaie e medie ad avere votato più numerose per la Brexit.
Paul Embrey, un sindacalista pro-Brexit del Labour, dopo l’elezione ha dichiarato: “Avevo avvisato a una conferenza laburista che la strategia del secondo referendum avrebbe portato a una perdita dei tradizionali seggi nella nostra classe operaia. Ma nessuno mi ha ascoltato.” Non è un caso che nell’elezione del 2017, quando Jeremy Corbyn aveva dichiarato che avrebbe rispettato il voto sulla Brexit, il suo partito aveva guadagnato moltissimi voti.
Così, le aree ex industriali, operaie e più povere del Nord d’Inghilterra, hanno votato conservatore per la prima volta in quasi un decennio, perché era il partito che aveva promesso di rispettare il voto sulla Brexit. Mentre i collegi in cui prevale la finanza, post-industriali, medio-alti e benestanti di Londra, hanno votato per il Partito laburista. I ruoli dei due partiti si sono invertiti e il seggio di Putney ne è il perfetto esempio.